IO SONO VERTICALE
Dal 21 FEB 2026 al 22 FEB 2026Teatro Mascheranova, Pontecagnano Faiano (SA) - Via Isonzo, 6-10
21 FEB 2026 20:30
a partire da € 8,00
22 FEB 2026 19:00
a partire da € 8,00
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IO SONO VERTICALE
di e con Francesca Astrei
luci Chiara Casali
con il sostegno di Fondazione Teatro di Roma
si ringrazia Carrozzerie n.o.t. / NidOramai
spettacolo vincitore del Premio della Giuria e Premio Internazionale Yarts Project della XII edizione di Direction Under 30
"Astrei interprete di razza. Torrenziale nell’eloquio, tenera nelle espressioni di sorpresa, ironica nello sguardo distaccato e malizioso che accompagna ad un impagabile senso dell’humor: raro e contagioso" (Gli stati generali – Walter Porcedda)
SINOSSI
In una crisi depressiva, trovare le parole per comunicare al mondo esterno la propria sofferenza è un’impresa estenuante: il dolore induce alla chiusura in se stessi rendendo l’apertura sempre più faticosa, al punto da sentirsi non più imprigionati nella propria sofferenza, ma quasi al sicuro in essa. Il dolore diventa casa mentre il mondo fuori diventa qualcosa di troppo pesante, qualcosa di ancora più doloroso del dolore stesso. Le persone vicine a chi “abita il dolore” come vivono questa sua condizione? L’avere una persona amata “chiusa nel proprio soffrire” genera a propria volta dolore: come far comunicare il mondo fuori con il mondo dentro, limitando la sofferenza per entrambe le parti? Ogni crisi depressiva è un piccolo morire. Ad un certo punto, per ragioni non sempre comprensibili, la crisi si affievolisce e si ritorna alla “vita normale”, consapevoli che un nuovo tormento potrebbe sopraggiungere. Non c’è una soluzione. Con il tempo semplicemente si impara a riconoscerne alcuni segnali, a capire cosa può essere di sostegno nel tentativo di alleviarne i sintomi, e ci si abitua ad accogliere il proprio vuoto. Ogni percorso è diverso ed imprevedibile. Difficilmente si guarisce del tutto. La depressione è una materia inspiegabile: chi la conosce sa come funziona, chi non la conosce la ritiene incomprensibile. Andrew Solomon, nel suo illuminante saggio “Il demone di mezzogiorno”, sostiene che la depressione può essere descritta solo con metafore e allegorie: trovandomi pienamente d’accordo, vista l’intimità e la soggettività con cui il dolore prende possesso dell’individuo, la metafora che ho scelto di utilizzare verte sul personaggio di Lazzaro, della tradizione cristiana. Lazzaro, al chiuso nel proprio sepolcro, viene richiamato alla vita al suono di “Alzati e cammina”: indicazioni elementari che permetterebbero al corpo di uscire dalla paralisi del proprio dolore. Chi è depresso racconta che, nei momenti di buio, non si sente né vivo né morto, la sensazione è di non esistere in un corpo che esiste e di percepire il proprio cuore, pulsante, come morto: la figura di Lazzaro, all’apertura del sepolcro, mi sembra possa racchiudere questa condizione. Lazzaro, archetipo del vivo/morto, avrà la forza di tornare alla vita? E cosa vuol dire per lui vivere? E se “alzarsi e camminare” rappresentassero per la sua mente una condanna, anziché una salvezza? Comprensibilmente, i familiari non attendono altro che il sollievo divederlo uscire dal sepolcro: non uscire dal proprio rifugio funebre implicherebbe infliggere ai propri familiari ulteriore dolore, ma uscire comporterebbe quell’inspiegabile fatica del ricominciare a vivere, consapevoli delle proprie fragilità.
Io sono verticale non è un monologo sul Vangelo, e la tradizione cristiana viene citata esclusivamente per fornire un immaginario metaforico chiaro della condizione di chiusura in una tomba/culla in rapporto a ciò che, per chi è al di fuori, è la soluzione più ovvia. La leggerezza e l’ironia saranno le basi per un’analisi più profonda su cosa può voler dire attraversare una crisi depressiva, attraverso diversi punti di vista.
Info prezzi: Posto numerato - Intero € 12 + d.d.p. e comm.serv. - Ridotto Under 35 € 10 + d.d.p. e comm. serv. -
Ridotto Studenti € 8 disponibile al botteghino
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