Guarda Oltre - Estate 22


Guarda Oltre - Estate 22

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Guarda Oltre … è un invito, ma a che cosa? Guarda oltre ciò che vedi? Ciò che sai? Ciò che è? Guarda Oltre l’abitudine, la regola, il conflitto? Guarda Oltre te stesso? Te stessa? Guarda Oltre l’insieme caotico e muscoloso delle cose che ostruiscono la visuale, ottundono i sensi e narcotizzano le nostre… Diciamocelo, ci sono così tante strutture e sovrastrutture ad ostruire il panorama che per riuscire a guardare oltre bisognerebbe essere esperti di parkour in sviluppi futuri, saltare di fatto in fatto cercando di non confonderli con le opinioni, fare capriole sicure su approfondimenti senza cadere in buche oscurantiste e librarsi infine oltre la guglia del noto per approdare con serenità nell’ignoto. Mica facile, men che meno semplice. Il nostro è un presente straniante in cui vaghiamo spaesati cercando di acquisire strumenti, mappe che ci aiutino a capire quantomeno dove siamo diretti, bombardati continuamente di messaggi entusiasmanti che ci dicono QUANTO MEGAMERAVIGLIOSA SIA LA NOSTRA ESISTENZA TERRENA. E noi ci crediamo. Sì. Certo. E poi c’era la marmotta … però non basta. Non basta intuire, rendersi conto che qualcosa non gira proprio nel modo in cui … insomma che qualcosa nell’ingranaggio non funziona, non basta avere interessi  molteplici, essere sul pezzo, attenti e informati, proprio non basta. È come allenare un braccio solo nel sollevamento pesi e domandarsi come mai la maglietta stringe a destra e sballotta a sinistra. Senza voler essere didascalici. Per guardare oltre dobbiamo assumere nuovamente il senso della comunità, unire le bussole, spartire esperienze per riedificare sentieri, creare mappe di luoghi emotivi, un condiviso che vada oltre ciò che ci separa. È un messaggio positivo sì, stiamo allenando il braccio sinistro, quello destro è già carico di cruda realtà e pessimismo. E così è questa nuova stagione, costellata di personaggi spaesati che condividono con noi una nuova mappa di pensieri e riflessioni, mettono in discussione processi, aprono nuove strade, ritrovano vecchi sentieri e accendono lumini. Si lasciano vivere e guardare così come sono, il più delle volte spezzati ma col sorriso. Ed è lì dietro ciò che è rotto, spezzato, in quella voglia ferma di stare insieme e di raccontarci ancora e ancora che una parte di panorama si palanca e intravediamo un insieme. Una platea. Una comunità. Il panorama più bello. Guardate oltre il palco, ci siamo tutti noi.



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